Noi Italia, la ricerca sintetica dell’ISTAT su molti aspetti della vita delle persone che vivono in Italia, è un vero e proprio spot promozionale sull’educazione finanziaria.

Febbraio 2015 

Questo è quanto emerso durante la discussione informale fra alcuni membri del gruppo di lavoro UNI che si occupa dell’argomento in termini di normazione e qualità del servizio. Riuniti per pianificare il programma di lavoro per il prossimo triennio, che vedrà un coinvolgimento significativo del terzo settore, sono stati ricordati molti aspetti della ricerca collegabili all’educazione e pianificazione finanziaria, soprattutto il collegamento fra i dati e la necessità che questo tipo di servizi ai cittadini debbano sempre partire dal ciclo di vita delle persone e dagli obiettivi che da questo possono arrivare, in modo personale, ma anche in logica famigliare. Infatti, come ha ricordato Stefano Bonetto, coordinatore del gruppo UNI, “nella ricerca ci sono dati e misurazioni (e questo agli italiani spesso non piace) che ci fanno capire molte cose, per esempio che una famiglia su quattro presenta rischi di povertà, che la popolazione invecchia in modo significativo ed inesorabile, che gli obiettivi di formazione universitaria previsti per il 2050 sono veramente lontani, che la spesa medica coinvolge sempre più le risorse personali anche nelle fasce più basse, che la popolazione coinvolta nella formazione permanente è ancora significativamente sotto la media UE.

Quindi forse è ora di smetterla di pensare solo e sempre ai fondi, agli EFT o a tutte quelle sigle per pochi eletti, ma per la gente normale consideriamo prima di tutto il modello di vita che ci attende, la protezione e la previdenza in termini di obiettivi realmente raggiungibili”.